Si dice che è diabolico, se si persevera nei propri errori. Chi è che giudica? Chi mi dice che effettivamente sto sbagliando? C'è questa tizia, questa vocina dentro di me, che mi ripete in continuazione di mollare, di lasciare, di rinunciare. Mi chiedo se è affidabile oppure se devo far finta che non c'è. “E' lei che... mi frena e non mi fa pensare...”

Quello che vivo è una completa mancanza di modelli, avendo rifiutato tutti i condizionamenti con i quali sono stata cresciuta. A furia di rifiutare e tagliare e deridere e polemizzare, mi ritrovo senza la benché minima idea di chi io sia.

O paura anche di spezzare, perché questa nuova pelle da orso mi sta comunque stretta. Mi piace l'appartenenza. Vorrei appartenere. Mi ritrovo, invece, sempre e ossessivamente fuori.